A prima vista sembra un parco acquatico, con piscine, tubi, cascate, centrifughe e ponti sospesi. Ma basta avvicinarsi per capire che non lo è. L’acqua nelle prime vasche è marrone, puzza e non credo che qualcuno abbia voglia di farci una nuotata. L’IDA è composto da tante vasche che si susseguono e per capire come funziona non dobbiamo far altro che seguire il tubo; dall’inizio, dove arrivano migliaia e migliaia di litri di acqua lurida, alla fine, quando esce acqua limpida. In ogni vasca, l’acqua subisce un trattamento e sono estratti diversi materiali: sabbia, fanghi e vari oggetti che verranno raccolti e trattati separatamente. Iniziamo quindi il viaggio all’interno dell’IDA.
A prima vista sembra un parco acquatico, con piscine, tubi, cascate, centrifughe e ponti sospesi. Ma basta avvicinarsi per capire che non lo è. L’acqua nelle prime vasche è marrone, puzza e non credo che qualcuno abbia voglia di farci una nuotata. L’IDA è composto da tante vasche che si susseguono e per capire come funziona non dobbiamo far altro che seguire il tubo; dall’inizio, dove arrivano migliaia e migliaia di litri di acqua lurida, alla fine, quando esce acqua limpida. In ogni vasca, l’acqua subisce un trattamento e sono estratti diversi materiali: sabbia, fanghi e vari oggetti che verranno raccolti e trattati separatamente. Iniziamo quindi il viaggio all’interno dell’IDA.
Qui vengono fermati e tolti dall’acqua i rifiuti solidi più grandi, che non devono entrare nell’impianto: legni, oggetti, stracci, ecc. Questi materiali finiscono dritti al termovalorizzatore di Giubiasco.
Qui vengono tolti olii e grassi, che per fortuna galleggiano! Un carroponte li rimuove “rastrellando” la superficie della vasca. La sabbia invece cade sul fondo della vasca, dove può essere raccolta da grandi aspiratori.
Qui l’acqua viene lasciata tranquilla per tanto tempo, così anche i fanghi precipitano sul fondo. Anche questi scarti sono utili: possono essere trattati per recuperare buona parte dell’energia che serve agli IDA.
Qui si sfrutta l’aiuto di preziosi collaboratori: i microorganismi presenti nell’acqua! Con un pò di ossigeno e le giuste condizioni, questi alleati ripuliscono in modo efficiente l’acqua dalle sostanze organiche (cacca e pipì).
Sul fondo di questa vasca si lascia precipitare l’ultima parte di sporcizia. L’aggiunta di sostanze speciali (flocculanti) facilita l’operazione: lo sporco forma grandi fiocchi, che a poco a poco si depositano sul fondo.
Prima di scaricare l’acqua nel fiume, può essere utile passarla attraverso un filtro. Imitando la natura, si fa passare l’acqua fra sabbie e ghiaie diverse, che trattengono le sostanze inquinanti ancora presenti.
Qui vengono fermati e tolti dall’acqua i rifiuti solidi più grandi, che non devono entrare nell’impianto: legni, oggetti, stracci, ecc. Questi materiali finiscono dritti al termovalorizzatore di Giubiasco.
Qui vengono tolti olii e grassi, che per fortuna galleggiano! Un carroponte li rimuove “rastrellando” la superficie della vasca. La sabbia invece cade sul fondo della vasca, dove può essere raccolta da grandi aspiratori.
Qui l’acqua viene lasciata tranquilla per tanto tempo, così anche i fanghi precipitano sul fondo. Anche questi scarti sono utili: possono essere trattati per recuperare buona parte dell’energia che serve agli IDA.
Qui si sfrutta l’aiuto di preziosi collaboratori: i microorganismi presenti nell’acqua! Con un pò di ossigeno e le giuste condizioni, questi alleati ripuliscono in modo efficiente l’acqua dalle sostanze organiche (cacca e pipì).
Sul fondo di questa vasca si lascia precipitare l’ultima parte di sporcizia. L’aggiunta di sostanze speciali (flocculanti) facilita l’operazione: lo sporco forma grandi fiocchi, che a poco a poco si depositano sul fondo.
Prima di scaricare l’acqua nel fiume, può essere utile passarla attraverso un filtro. Imitando la natura, si fa passare l’acqua fra sabbie e ghiaie diverse, che trattengono le sostanze inquinanti ancora presenti.