Non c’è dubbio: l’acqua potabile è un bisogno primario dell’uomo. Se ne saranno accorti già gli abitanti delle caverne quando, bevendo da una pozza d’acqua stagnante, si ammalavano. Per molto tempo l’uomo ha potuto contare sulla capacità della natura di ripulire l’acqua. Se sporcata da fango e fogliame, si ripuliva da sola seguendo il suo naturale ciclo: passando tra ghiaia e sabbie, evaporando e tornando sotto forma di acqua piovana. La situazione è però cambiata parecchio negli ultimi anni.
Se l’uomo delle caverne poteva permettersi di fare i suoi bisogni dove voleva (possibilmente non nello stesso luogo dove raccoglieva l’acqua che beveva), la nascita delle grandi città ha creato un problema alquanto puzzolente: come evacuare i bisogni prodotti da migliaia di persone che vivono ammassati in pochi chilometri quadrati? E come ripulire le acque una volta inquinate?
Non c’è dubbio: l’acqua potabile è un bisogno primario dell’uomo. Se ne saranno accorti già gli abitanti delle caverne quando, bevendo da una pozza d’acqua stagnante, si ammalavano. Per molto tempo l’uomo ha potuto contare sulla capacità della natura di ripulire l’acqua. Se sporcata da fango e fogliame, si ripuliva da sola seguendo il suo naturale ciclo: passando tra ghiaia e sabbie, evaporando e tornando sotto forma di acqua piovana. La situazione è però cambiata parecchio negli ultimi anni.
Se l’uomo delle caverne poteva permettersi di fare i suoi bisogni dove voleva (possibilmente non nello stesso luogo dove raccoglieva l’acqua che beveva), la nascita delle grandi città ha creato un problema alquanto puzzolente: come evacuare i bisogni prodotti da migliaia di persone che vivono ammassati in pochi chilometri quadrati? E come ripulire le acque una volta inquinate?