Con il Medioevo e il Rinascimento le città diventarono sempre più grandi, ma anche sempre più sporche. I cattivi odori e il sudiciume rimasero appiccicati alle case e alle strade delle città europee fino all’Ottocento. A dircelo sono i resoconti dei viaggiatori tra il 1800 e il 1850: Stendhal, grande scrittore e viaggiatore francese, giunto a Parigi scrisse: “le vostre strade esalano un odore infetto: voi non potete farci un passo senza essere ricoperti da un fango nero”. Il politico Alexis de Tocqueville descrisse così le città inglesi: “la maggior parte delle strade sono piene di solchi e pozzanghere nelle quali i piedi e le ruote dei carri affondano. Ammassi di sterco, macerie di edifici, pozze putride e stagnanti si trovano qua e là tra le case”. Charles Dickens, l’autore del romanzo Oliver Twist, in viaggio a Genova incontrò un “inestricabile sudiciume”.
Con il Medioevo e il Rinascimento le città diventarono sempre più grandi, ma anche sempre più sporche. I cattivi odori e il sudiciume rimasero appiccicati alle case e alle strade delle città europee fino all’Ottocento. A dircelo sono i resoconti dei viaggiatori tra il 1800 e il 1850: Stendhal, grande scrittore e viaggiatore francese, giunto a Parigi scrisse: “le vostre strade esalano un odore infetto: voi non potete farci un passo senza essere ricoperti da un fango nero”. Il politico Alexis de Tocqueville descrisse così le città inglesi: “la maggior parte delle strade sono piene di solchi e pozzanghere nelle quali i piedi e le ruote dei carri affondano. Ammassi di sterco, macerie di edifici, pozze putride e stagnanti si trovano qua e là tra le case”. Charles Dickens, l’autore del romanzo Oliver Twist, in viaggio a Genova incontrò un “inestricabile sudiciume”.
Oltre ai rifiuti abituali, con la rivoluzione industriale, compaiono nuovi inquinanti: le fabbriche iniziano a riversare nei fiumi i loro prodotti di scarto che si aggiungono agli scarichi delle fognature provenienti dalle abitazioni.
Cloro, ammoniaca, acido cloridrico, acido fosforico e coloranti sono sempre più utilizzati dall’industria. Dalle concerie e dalle fabbriche di metalli e di carta fuoriescono liquami contaminati e cattivi odori, in cielo l’aria si fa nera per la combustione del carbone che avviene in molte fabbriche. La acque sono inquinate, la salute degli uomini è a rischio. L’ambiente soffre.
I gabinetti e le fogne sono ormai in tutte le case, ma i rifiuti umani finiscono nei fiumi senza alcun trattamento. Durante l’estate del 1858 Londra è somemrsa da un intenso olezzo proveniente dalle acque luride riversate nel Tamigi. Questo episodio rende la vita in città impossibile ed entra nella storia come “La Grande Puzza”. È ormai evidente che bisogna fare qualcosa.